Il legame tra musica e profumo è un rapporto sentimentale intimo. Musica, moda e profumi condividono lo stesso segreto e da sempre parlano lo stesso linguaggio universale. I profumi sono delle melodie olfattive che, come la musica, raggiungono la nostra anima per farla sbocciare e far affiorare emozioni uniche, sublimi, spesso indimenticabili. Un concerto di profumi, abbinato ad uno spettacolo musicale, diventa la massima espressione di una scenografia olfattiva. Gli eventi musicali hanno il proposito di “raccontare emozionando” e diventano, a tutti gli effetti, un concerto di emozioni, in cui un odore si sente come un suono. Ecco che “ascoltare un profumo” diventa un’esperienza sinestetica da sperimentare ad occhi chiusi: ci si lascia facilmente trasportare verso luoghi magici che rievocano suoni, emozioni, ricordi e colori visitati con gli occhi della mente.

Un profumo nasce quasi sempre per dare forma olfattiva a una storia, e a volte la rende così bene, che il profumo comunica - davvero - emozioni affini alla storia originale che ha ispirato il “naso creatore”. Ogni odore legato ad esperienze della nostra vita viene fissato nella nostra memoria tramite quello che viene definito “apprendimento associativo” e, ad ogni contatto olfattivo successivo, quell’odore attiverà immediatamente il richiamo dei ricordi e delle emozioni ad esso collegati. Questo perché l’olfatto è il più istintivo dei sensi: arriva direttamente alla corteccia cerebrale, viene trasmesso attraverso pochissime sinapsi e non necessita di essere processato dal talamo. Il cervello etichetta in frazioni di secondo ogni odore in base alle emozioni che produce. Per quanto possa sembrare bizzarro, un flacone di profumo è una sostanza viva. Le essenze mutano, evolvono naturalmente e non restano uguali a se stesse. Un profumo segue una piramide olfattiva composta di tre livelli: le note di testa, di cuore e di fondo. Fu un chimico e profumiere inglese, noto come Septimus Piesse, che nel XIX secolo decise di associare gli odori alle note di una scala musicale. Nel suo libro The Art of Perfumery Septimus Piesse spiega la teoria che fa corrispondere ogni nota olfattiva ad un semitono musicale.

Le note olfattive di testa sono le prime ad essere percepite, le prime a scomparire. Sono quelle più volatili, leggere, fresche, dalla persistenza delicata di 15 minuti. Sono conosciute come il biglietto da visita, il volo di un profumo, quelle che accendono la voglia di acquistare un profumo. Secondo la teoria di Septimus Piesse, le note di testa sono assimilabili alla nota del “SI” e comprendono le categorie esperidate, quelle marine e quelle aromatiche.

Le note di cuore sono quelle centrali della piramide olfattiva, più forti e persistenti delle prime ma meno profonde delle note di fondo. Emergono in un secondo momento rispetto alle note di testa, durano dalle due alle tre ore circa ed esprimono la potenza di una fragranza, quelle che creano la cosiddetta “scia” di un profumo. In una scala musicale sarebbero la nota del “FA” e racchiudono le fragranze fiorite, verdi e fruttate.

Le note olfattive di fondo esprimono materie prime di grande persistenza che si diffondono con lentezza e possono perdurare anche oltre le 24 ore. È in questa fase dell’evoluzione di un profumo che emerge la personalità, quando lo si riconosce come il proprio profumo, quello al quale rimanere fedele. La nota musicale corrispondente è quella del “DO” e comprende sfaccettature speziate, legnose, fougère, chypre, cuoio, orientali, cipriate, ambrate, muschiate e gourmand.

Qui un percorso fugace delle rassegne che hanno proposto concerti profumo-sonori, in cui le parole diventano profumo e il profumo diventa una storia sonora.

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